INTERVISTA: Mariano Ciarletta, scrittore

Oggi abbiamo con noi Mariano Ciarletta, giovane, prolifico scrittore della provincia di Salerno e autore di The necklace. L'esorcismo di Rose Höden (Paguro, 2016), il romanzo che abbiamo presentato in un precedente post.


L'autore
Benvenuto Mariano! Rompiamo subito il ghiaccio: hai all'attivo diverse pubblicazioni, opere di narrativa e raccolte poetiche. Come riesci a conciliare l'interesse per generi letterari così distanti tra loro?

Credo che alla base di tutto ci sia una forte passione per quello che faccio oltre che un desiderio di versatilità. La narrativa noir e la poetica sono in effetti due mondi alquanto distanti, specialmente per il tipo di poesia che effettivamente tratto, ma posso dirti che riesco a conciliare bene questi due mondi. Scrivere un’opera noir non è facile, specialmente il tema paranormal tende a provare lo scrittore che può soffrire di un forte coinvolgimento per quelli che sono i temi trattati, la poesia, di conseguenza, è stata per me un’ arte distensiva e allo stesso tempo profonda; mi ha permesso di scavare nei meandri della mia anima portando alla luce ciò che aveva dentro e che a voce non riuscivo a raccontare.


“The necklace. L'esorcismo di Rose Höden” si inserisce perfettamente in quel filone di romanzi dell'orrore con interessanti (e inquietanti) sfumature paranormali, penetrando nella questione tanto discussa degli esorcismi. Ti sei ispirato a qualche reale episodio di esorcismo per la stesura del tuo romanzo?

A dire il vero, tutto cominciò con la visione del film "L’esorcista". Ero molto piccolo, avevo appena sette anni e ricordo che molte parti di quella pellicola non mi furono chiare. Non sapevo nulla della possessione demoniaca e non conoscevo nemmeno cosa volesse significare il rituale di esorcismo, ma per qualche oscura o fortunata ragione è proprio da quel film che è nato l’interesse per questo tema. Con il passare del tempo ho cominciato a leggere e studiare i diversi saggi sull’esorcismo, specialmente sotto il profilo cattolico trattati da studiosi e sacerdoti autorevoli e all’età di 19 anni ho scelto di scrivere il mio primo romanzo: “Rami nel buio, l’esorcismo di Amanzio Evenshire” il primo del filone paranormal che si chiude, appunto, con "The necklace".


Qual è la tua posizione in merito alle possessioni demoniache? Ritieni sia frutto di autosuggestione e/o di qualche squilibrio mentale dei cosiddetti ossessi o ritieni che la questione debba essere maggiormente approfondita?

La questione sulle possessioni demoniache non è così semplice come appare. Prima di affermare che una persona è posseduta è fondamentale che quest’ultima si sia sottoposta a svariati esami medici e che quest’ultimi abbiano escluso la presenza di qualche malattia mentale o psichica. Inoltre, la possessione è solo l’ultimo stadio dell’attività demoniaca e, per questo motivo, non è sempre facile da identificare. Ad ogni modo, personalmente, credo che la possessione sia un fatto autentico ma è anche qualcosa in cui si crede o in cui non si crede. Se guardiamo poi alle altre culture, possiamo notare come il fenomeno della possessione sia un fattore comune a svariati popoli e che quindi ha una forte valenza anche sul profilo antropologico.


Il tuo romanzo gira intorno a un manufatto maledetto: un'antica collana con un medaglione. La storia dell'uomo è ricca di leggende riguardanti misteriosi oggetti, spesso preziosi, portatori di maledizioni. Nella tua opera c'è solo invenzione letteraria o si possono trovare agganci con la realtà?

Gli oggetti maledetti o maleficiati esistono. Lo stesso padre Amorth, uno tra gli esorcisti più autorevoli, ne parla in numerosi suoi testi. Basti poi pensare alla famosa pellicola "The conjuring", ispirata ad una storia vera di possessione demoniaca, che ha fatto scalpore nelle sale cinematografiche e che tratta, appunto, di una bambola maledetta racchiudente una specie di demone. Insomma, da tempo, ormai, sia in testi di demonologia, sia in svariate pellicole si parla di oggetti “maledetti”.


Le opere di uno scrittore sono spesso influenzate dalla penna di altri grandi autori che hanno trasmesso interesse e passione verso un particolare genere letterario. Chi sono i tuoi maestri?

Sicuramente al primo posto vi è Blatty, autore de "L'esorcista" e de "Il traghettatore", libri che ho divorato. Al secondo posto, ma direi a pari merito, vi è poi Stephen King; ho praticamente buona parte dei suoi romanzi nella mia libreria, ancora Edgar Allan Poe, Agata Christie, insomma, scrittori che hanno in qualche modo fatto la storia dei generi Noir e Thriller.


Il tuo romanzo tocca temi molto complessi, intrecciando fede e scienza. Ritieni che questi due mondi siano del tutto distanti tra loro oppure che possano trovare un punto di incontro?

La copertina di "The necklace"

Ti dirò, dai testi che ho letto, posso dirti che in alcuni casi questo incontro è già avvenuto. Ho riscontrato, sempre nelle diverse letture, come numerosi medici abbiano affermato che alcuni pazienti erano incurabili dal punto di vista medico e come le patologie che manifestavano fossero probabilmente frutto di un “qualcosa” che andava oltre le capacità della scienza. Molti esorcisti, inoltre, richiedono quasi sempre la consulenza di uno psicologo prima di affermare che una persona possa essere ossessa o posseduta, questo fa quindi capire come ci sia la necessità di una collaborazione tra i due emisferi e come l’ausilio della scienza sia fondamentale per effettuare un’ analisi quanto più esaustiva del soggetto in questione.



Quali sono le tue abitudini di scrittura? Prediligi la luce del sole o è la notte a ispirarti nella stesura delle tue opere?

La notte, decisamente :-)


La tua carriera di scrittore procede a gonfie vele, con la vittoria di diversi premi letterari. Qual è stata la più grande soddisfazione che la tua avventura editoriale ti ha portato?

La più grande soddisfazione è stata sicuramente ricevere un premio dall’accademia internazionale Francesco Petrarca, presso Viterbo. Ho concorso con la mia raccolta poetica IRIDI e ho ricevuto, grazie a quest’ ultima, una meravigliosa medaglia in cristallo puro con l’incisione dell’immagine del poeta Francesco Petrarca. Ero uno dei pochi giovani ad essere stato premiato e per me, tutto questo è stato motivo di grande orgoglio e di immensa soddisfazione.


Hai consigli da dare a chi, come te, vorrebbe muovere i primi passi in questo mondo?

Un consiglio spassionato: leggete tanto, prima di scrivere è fondamentale avere una buona predisposizione alla lettura, non importa quale sia il genere, l’importante è leggere. Dopo di che, nel momento in cui metterete nero su bianco, siate sempre voi stessi, essere ciò che si è nel mondo della scrittura è qualcosa di unico e prezioso. 


Stai lavorando a nuovi progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Certo, rispondo a questa domanda molto volentieri: in cantiere ci sono sia una nuova raccolta di aforismi e poesie sia un videoclip su una tematica molto delicata che, molto probabilmente, uscirà per fine Gennaio.


Grazie per essere stato con noi!

Grazie a voi, un grande abbraccio! 

In bocca al lupo!

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