RUBRICA - "Ci dispiace, non possiamo ordinarlo": perché è difficile reperire i libri pubblicati dai piccoli editori?

Un uomo si sveglia al mattino e ha voglia di leggere un libro. Passa in rassegna gli scaffali della libreria, una grossa catena che ha un punto vendita proprio sotto casa sua, ma il libro che desidera non c'è. Domanda al commesso se è possibile ordinarlo.
"Ci dispiace", risponde il commesso, afflitto in volto (ma mica tanto). "Non è possibile."
L'uomo, deluso, replica prontamente: "Perché?"

Se anche voi, almeno una volta nella vita, avete provato un'esperienza del genere, sapete bene che quel perché nasconde innumerevoli significati. E' un perché che apre un mondo, e che può farvi scoprire tante cose sulla situazione editoriale italiana.
Un perché che ha innumerevoli risposte. 

"Ripeto che ci dispiace", continua il commesso, "ma non conosciamo la casa editrice e non possiamo ordinarlo."
"Ve l'ho detto io qual è la casa editrice", replica l'aspirante lettore, fermo nelle sue convinzioni.
"Sì, ma il libro non ha distribuzione."
"Ce l'ha eccome. E ha il codice ISBN e tutto il resto. E' soltanto pubblicato da un piccolo editore."
"Ecco, appunto. Non sappiamo a chi rivolgerci per ordinarlo: non trattiamo col suo distributore."
"Provate a contattare l'editore, no? Il libro figura perfino nel vostro catalogo."
"C'è da considerare un lunghissimo tempo di attesa e potrebbe dover pagare le spese di spedizione."
"Da quando in qua, ordinando in libreria, dovrei pagare le spese di spedizione?"
"Non preferisce acquistare uno dei volumi già presenti in libreria? E' uscito il nuovo libro di Barbara d'Urso: stamattina ce ne sono arrivate cinquanta copie."
"Arrivederci."

Potrebbe sembrare un dialogo di fantasia, ma non lo è (a parte, forse, la penultima battuta). Sono considerazioni vere formulate spesso dai librai in risposta a chi tenta di ordinare il libro di una piccola casa editrice.
Da un lato, è facile intuire la motivazione di un atteggiamento del genere: perché sbattersi tanto per ordinare uno specifico libro quando la maggior parte dei clienti desidera acquistare altro? In fondo, quei quindici euro che pagherà il lettore non faranno la differenza.
La risposta a una simile domanda è pronta: perché è un libro, perché il lettore vuole leggere quel libro e non un altro, perché il lettore non è un "cliente" e un libraio non è un bottegaio.
Un libraio consiglia, va incontro ai gusti della gente e prova a diffondere la cultura. Un libraio vende sia Dickens che Fabio Volo, perché i lettori non hanno gusti univoci e cerca di accontentare tutti.
Un libraio vende libri, non prosciutti.


Non sono proprio la stessa cosa

Quanti librai esistono in Italia? Probabilmente pochi. Purtroppo, chi apre una libreria spesso è convinto di vendere merce come qualsiasi altra. Si sbaglia.
Non basta aspettare che arrivino in negozio degli scatoloni pieni di libri, aprirli, riporre il contenuto sugli scaffali e starsene con le mani in mano nella speranza che passi qualcuno a comprarli. A fare questo sono bravi tutti. Chiunque, insomma, potrebbe improvvisarsi libraio dalla sera alla mattina.
I librai spesso ignorano che stanno vendendo delle idee. Stanno vendendo le fantasie della gente. Ogni prodotto in mostra sui loro scaffali è un mondo che aspetta di essere scoperto.
Non è carta. Non è inchiostro. E' qualcosa che può cambiare la vita di chi lo acquista.

Ma come funziona la distribuzione, in Italia? Perché alcuni libri sono presenti in decine e decine di copie e altri no?
Rispondo con una riflessione che ho postato sulla mia pagina Facebook qualche settimana fa.

In Italia i libri si vendono praticamente ovunque. Potete trovarli in libreria, in cartolibreria, in edicola, a volte perfino nei supermercati.
Immaginiamo che i libri siano in vendita esclusivamente presso le librerie e proviamo a stimare il numero di librerie (indipendenti e non) presenti in Italia.
Dunque, in Italia vivono circa 60 milioni di persone; supponiamo che ci sia una libreria ogni diecimila abitanti: un totale di seimila punti vendita.

Ora, come arrivano i libri nelle librerie? Tutti gli editori, piccoli e grandi, gradirebbero vedere le loro pubblicazioni stampate in centinaia di migliaia di copie e presenti in tutte le librerie (in quanto garanti di vendite sicure); ma la situazione non è così semplice.
Solitamente l'editore, dopo aver stabilito se pubblicare o meno un testo (e dopo averlo sottoposto a un lavoro di editing, impaginazione, ecc.), redige una scheda del libro che invia al suo distributore. Il distributore propone il libro a tutte le librerie che fanno parte del suo circuito (nel caso di un piccolo/medio distributore, quest'ultimo attende semplicemente che qualche libreria sua cliente ne ordini una o più copie). Il libraio decide quali e quanti libri ordinare e lo riferisce al distributore; il distributore riferisce il dato ottenuto all'editore; l'editore stampa quelle copie più altre che serviranno come "scorte di magazzino" (in caso di ordini diretti, via internet, copie omaggio per recensioni, ecc.).

Continuiamo il nostro viaggio mentale e semplifichiamo la situazione eliminando qualche fattore:
  • Facciamo finta che il nostro distributore serva tutte le librerie italiane.
  • Facciamo finta che tutti i librai d'Italia decidano di tenere a scaffale almeno una copia del nostro libro.
  • Facciamo finta che soltanto le librerie vendano libri.
  • Facciamo finta che l'editore non abbia bisogno di copie extra per ordini diretti o ordini via internet o copie omaggio.
  • Facciamo finta che con una tiratura di 6000 copie si riescano a coprire tutte le librerie d'Italia (anche se con una sola copia per libreria).
Ebbene, quante copie stampa una casa editrice in prima tiratura?
Un grande editore può permettersi di stampare una grande tiratura, se intende spingere seriamente il testo che sta per pubblicare. Diciamo che un colosso editoriale potrebbe stampare anche 15mila copie in prima tiratura, se l'autore è un nome noto.
La tiratura potrebbe perfino aumentare per un autore "notissimo" (prendete uno Stephen King o una J.K. Rowling) che può garantire vendite importanti: ed ecco spiegate le pile chilometriche di libri (sempre gli stessi) di autori conosciutissimi (sempre gli stessi).
Ma per un esordiente senza particolari spinte pubblicitarie la tiratura media di una grande casa editrice varia dalle tremila alle ottomila copie.

Per i piccoli e medi editori la situazione cambia drasticamente. Un editore "medio" stampa sulle 600-800 copie; un editore piccolo stampa sulle 100-200 copie.
Arrotondando per eccesso (ma molto per eccesso), immaginiamo che un piccolo-medio editore stampi mille copie in prima tiratura.
Mille copie per seimila librerie: il nostro libro sarà presente in un sesto delle librerie italiane... e in una sola copia per libreria (il che significa far perdere quella singola copia tra le centinaia di altri testi proposti).
E, sottolineo, per un piccolo editore mille copie è una tiratura importante!

Con questo calcolo di fantasia ho tralasciato un bel po' di fattori (tutti quelli elencati sopra): vi assicuro che, considerando anche quelli, la situazione editoriale italiana diventa molto più tragica.
Come può un libro edito da una piccola-media casa editrice sperare di vendere qualche copia in più senza l'aiuto di un libraio?
E se anche il libraio "si scoccia" di ordinare il libro di un piccolo-medio editore, come si può sperare di risollevare la situazione italiana?
Siamo costretti ad acquistare solo ed esclusivamente i testi presenti a scaffale, quelli dei nomi "noti" e "notissimi" (che, tra l'altro, sono solo una minima parte della moltitudine di libri pubblicati annualmente in Italia)?

Infine, tenete conto che la vita di un libro si aggira tra le poche settimane e i pochi mesi. Trascorso questo termine, sia che il libro sia uscito con un colosso editoriale sia che abbia raggiunto la pubblicazione mediante una piccola-media casa editrice, il volume scompare, inglobato da tutte le altre pubblicazioni che gli fanno concorrenza. Il libraio, dopo un po', manda indietro le copie invendute (i cosiddetti "resi")... e il libro muore.

Come risolvere la situazione?
  • Se la libreria dovesse esserne sprovvista, ordinate il libro. Se il libraio sostiene di non poterlo ordinare, cercate di capirne le motivazioni e, se non dovessero reggere (non reggeranno mai, tranquilli), impuntatevi. Chissà che, dopo aver ricevuto diversi ordini, pensi di tenere a scaffale più di una copia del testo.
  • Acquistate i libri online: Amazon, IBS, Libreria Universitaria... dove volete. Si critica molto la gente che preferisce acquistare via internet piuttosto che in libreria, ma al giorno d'oggi gli store online rappresentano l'unica vera democrazia libraria: i libri dei piccoli editori sono disponibili per l'acquisto allo stesso modo dei libri pubblicati dai colossi editoriali. Inoltre, spesso sono proposti sconti interessanti. Un appunto: non lasciatevi fregare dai tempi di reperibilità indicati, spesso molto lunghi. Si tratta di tempistiche puramente indicative (potete constatarlo confrontando le tempistiche di un sito con quelle indicate da altri store online: non coincideranno quasi mai).
  • Richiedeteli alla casa editrice stessa: la disponibilità è immediata e, anche in questo caso, potreste imbattervi in sconti interessanti.
Inoltre, faccio una piccola digressione: quanto guadagna l'autore dalla vendita dei suoi libri?
Risposta: meno di un euro per copia venduta. Gli anticipi sono concessi solo dalle grandi case editrici (e in casi del tutto particolari).
Detto ciò, credete davvero che scrivendo un libro ci si possa arricchire? Principalmente, lo si fa per passione o come seconda attività (gli autori che campano di scrittura, in Italia, si contano sulle dita di una mano).

Concludo con un consiglio: non chiedete mai a un autore quante copie del suo libro ha venduto, senza prima acquistarne una. Se tutti i curiosi interessati alla risposta dell'autore non acquistassero il libro... la detta risposta sarebbe: zero.

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