INTERVISTA: Cristiano Pedrini, scrittore

L'autore
Vi abbiamo già parlato del suo Le regole di Hibiki, oggi abbiamo l'opportunità di rivolgere alcune domande all'autore: Cristiano Pedrini!


Ciao Cristiano e benvenuto! Lavori in una biblioteca, sei uno scrittore… insomma, tu e i libri siete una cosa sola! Come definiresti il tuo rapporto con la carta stampata?

Beh, partendo dall’idea di fondo che credo che l’importante sia avere l’opportunità di poter leggere e non importa se lo facciamo tenendo in mano le pagine di un libro o un ebook, la lettura l’ho scoperta ed apprezzata dopo gli studi, come spesso accade, ed accadrà finché in Italia il “voler leggere” verrà confuso con il “dover leggere”, una differenza che, per esperienza, già la scuola non insegna.
Quale rapporto ho con i libri? Credo quello che appartiene alla naturale voglia dell’uomo di conoscenza e di vivere avventure che la vita quotidiana preclude.


Hai cominciato a scrivere da giovanissimo, poi hai smesso per un bel po' di tempo. Come mai quest'interruzione nei tuoi progetti di scrittura?

Sono stato “vittima” del noto e famigerato blocco dello scrittore che, nel mio caso, è durato quasi vent’anni. Le motivazioni, ad onor del vero possono essere tante ma ancora oggi non so scegliere quella determinante. L’inizio di una nuova carriera professionale, i tanti impegni paralleli, e forse, l’aver accantonato quella parte di me che a distanza di anni, ho ritrovato dove l’avevo lasciata.


Da bibliotecario ne saprai sicuramente qualcosa: è vero che il numero di lettori sta drasticamente diminuendo? E se è così, come pensi possa essere risolta la situazione?

Purtroppo, pur non essendo un esperto di statistica, a pelle direi che viviamo l’ennesimo caso “insolito”: abbiamo pochi lettori ma incredibilmente fidelizzato. Qualcuno potrà dire che il costo dei libri, l’offerta editoriale (qualità non va confusa con quantità), la scarsa considerazione che diamo al significato e all’azione del “leggere” concorrono a tutto questo.
Vero, ma ad essi io aggiungerei che siamo abituati a cercare sempre di fare senza spendere troppa fatica e il leggere per molti è proprio considerato faticoso (e poco produttivo).


“Le regole di Hibiki” è un romanzo tosto (passaci il termine forse poco letterario), in cui si affrontano numerose tematiche. Simili trattazioni non sono mai semplici, talvolta si rischia perfino di urtare la sensibilità dei lettori più fragili. Come mai hai deciso di esporre temi come la malattia e la prostituzione giovanile?

Semplicemente perché esistono e non parlarne o nasconderli non li rende meno reali sebbene abbia voluto trattarli con leggerezza e quasi in punta di piedi.
La storia di questo diciottenne dal carattere ruvido ed a tratti insolente, racconta della sua educazione sentimentale che, per via del suo trascorso, gli impedisce di fidarsi di qualcuno che sembra essere mosso da puro e disinteressato affetto nei suoi confronti: Hibiki si rifugia proprio nelle sue regole che  suo modo vede come un’ancora a cui aggrapparsi per non affogare nel disinteresse e nell’ipocrisia che lo circonda.


Sei autore di numerose opere; ti piace spaziare tra i generi letterari o preferisci categorie ben precise?

Il mio genere di fondo è il romance, al quale intreccio alcuni filoni: lo storico, con “Madras”, il drammatico con “Klein Blue”, il giallo con la trilogia “Opportunity-Rhapsody-Infinity”…
Ancora oggi non credo voglia precludermi la possibilità di proseguire a spaziare in questo bimonio. Una delle caratteristiche che ogni mia storia cerca di proporre è quella di mostrare un lato della nostra società che ci spaventa o ci appare lontano e persino fastidioso: dal traffico di organi, all’esperienza dei senzatetto, e come già detto della prostituzione maschile ne “Le regole di Hibiki”.


Spesso si dice che chi scrive ha qualcosa da dire agli altri, vuole aprire gli occhi al prossimo su determinati argomenti o semplicemente intrattenere. Tu perché scrivi?

Scrivo per me… per dare una visione di quello che rappresenta il mondo: una visione che di per sé non è più bella o brutta di altre, è semplicemente la mia…
E se quello che nasce dai miei desideri, perché scrivere in fondo è esternare ed eternare una parte che vogliamo rendere reale, piace ed è apprezzata anche dagli altri, ben venga.


Da dove arriva l'ispirazione per le tue opere?

Il più delle volte dalla quotidianità. Da leggere un passo di un libro, dall’osservare una immagine o ascoltare una canzone, poi la scintilla che pone davvero le basi per una storia, confesso arriva quasi sempre quando sono in moto…
Prima o poi ne combinerò una… ;)


Quali sono le tue abitudini di scrittura?

Scrivo in ogni luogo, con il mio inseparabile laptop, questo perché non ho molta difficoltà a concentrarmi. A volte mi accompagna la musica, il sottofondo della tv o il silenzio di un parco…


Hai lettori di fiducia ai quali proponi le tue opere prima di renderle disponibili al pubblico?

"Le regole di Hibiki"
Sì, ho alcune “beta” che leggono in anteprima il manoscritto.


Hai nuovi progetti in cantiere? Puoi parlarcene in anteprima?

Questa estate vedrà la luce il proseguo delle “Regole di Hibiki”, mentre due opere “La teoria del Pettirosso” e “L’ombra del principe” faranno il loro esordio con due Case Editrici.
Altri progetti sono in corso e vedremo cosa questi nuovi personaggi e le loro storie decideranno per me…


Grazie per essere stato con noi!
In bocca al lupo per la tua carriera!

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