RECENSIONE - La lunga marcia, di Stephen King

 IL LIBRO

Dai confini con il Canada sino a Boston a piedi, senza soste. Una sfida mortale, con un regolamento implacabile, per cento volontari: un passo falso, una caduta, un malore.., e si viene abbattuti. Ma chi riesce a tagliare il traguardo otterrà il Premio. Tra i partecipanti, fra cui spicca il sedicenne Garraty, si creano rapporti di sfida, di solidarietà e di lucida follia, lungo il terribile percorso scandito dagli incitamenti della folla assiepata ai margini della strada. Un incubo on the road che solo King (Richard Bachman) poteva concepire...

Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Super bestseller
Anno edizione: 2010
Formato: Tascabile


RECENSIONE

Questo è un libro che distrugge, in tutti i sensi. Distrugge la condizione stessa di “umanità”, quella che ci separa e differenzia dalle bestie, distrugge psicologicamente i lettori… distrugge addirittura i protagonisti della vicenda.
Prima che il romanzo distopico diventasse di moda (dimentichiamo per un attimo Orwell, ovviamente), Stephen King aveva fornito il suo personalissimo contributo al genere.
“La lunga marcia” è un romanzo con numerose chiavi di lettura. Sarebbe inutile e riduttivo limitarsi a illustrarne la trama. Affermare semplicemente che “cento ragazzi corrono e chi si ferma viene abbattuto” è come descrivere la Tour Eiffel dicendo che si tratta di un agglomerato di ferraglia.
“La lunga marcia” fa paura, ma affascina. Il lettore viene intimidito dalle ammonizioni dei soldati, sembra addirittura di vederli con i loro fucili, con i loro volti impassibili… E la morte che aleggia in ogni pagina, sull’asfalto bruciato dal sole. E le piante dei piedi che fanno un male terribile…
King trasmette questo ed altro, al punto che si arriva sfiniti all’ultima pagina, come il protagonista, il sedicenne Ray Garraty. E nel tratteggiare i suoi personaggi, King compie un lavoro da maestro (quale, in effetti, è). E vederli cadere, uno ad uno, come tasselli di domino schierati, gela il sangue nelle vene.
Vien voglia di prendere a schiaffi la folla che si raduna attorno alla strada. Vien voglia di domandarsi il perché di tanta crudeltà e soprattutto quale sia stata la folle motivazione che ha spinto quei cento ragazzi a partecipare a una competizione così terribile.
Chi si ferma è perduto. È la vita a insegnarcelo. E nella vita c’è sempre chi ti dà una mano (come McVires), chi vuole vederti distrutto (come Barkovitch), chi nasconde un segreto (come Stebbins) e chi è talmente razionale… da compiere gesti folli come partecipare alla Marcia (vedi Ray Garraty). 
“La lunga marcia” è un affresco di vita curato nei dettagli, con un finale enigmatico.
Chi è l’individuo incrociato da Garraty? Una semplice visione? Un uomo tra la folla? O la stessa Morte?
Ma soprattutto, adesso che ha vinto, il Premio varrà davvero qualcosa?
King ha partorito una storia geniale. Un libro da consigliare a tutti coloro che vogliono provare forti emozioni… nel bene o nel male.

L'AUTORE

Scrittore statunitense. Autore di romanzi e racconti best seller che attingono ai filoni dell’orrore, del fantastico e della fantascienza, è considerato un maestro nel trasformare le normali situazioni conflittuali della vita – rivalità fra coetanei, tensioni e infedeltà coniugali – in momenti di terrore. 
Per il resto, parliamo di Stephen King. Non credo ci sia bisogno di particolari presentazioni.

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